“Non sono una creativa”

Ieri sera ho partecipato ad un corso di composizione floreale. Una delle mie amiche presenti ha esordito dicendo “io non sono una creativa”, pensando alle difficoltà che avrebbe incontrato a creare la sua composizione. Questa affermazione, ripensata oggi, mi ha spinto a valutare cosa voglia dire creatività o essere creativi. Prima di tutto mi verrebbe da dire che la parola creatività, come tante altre, è solo un’etichetta linguistica che per ciascuno di noi assume un significato diverso. Certamente creatività non vuol dire necessariamente diventare dei Picasso o dei Raffaello, creatività non vuol dire avere capacità come Walt Disney o Thomas Edison, non significa per forza diventare uno specialista di …. Per me la creatività è presente in tutti, qualcuno la coltiva e l’affina qualcun altro no, ma tutti possediamo questa capacità che esula da aspetti logici e razionali. Per riscoprire la nostra creatività dovremmo imparare a sviluppare i nostri canali sensoriali, ad osservare e ascoltare, a lasciarci sorprendere da ciò che ci circonda, dall’imparare a vivere “nel qui e ora” lasciandoci trasportare dal flusso. Solo in questo modo accediamo a risorse che il nostro cervello possiede, a scoprire la sua potenzialità. Dobbiamo in qualche modo reimparare a stupirci di fronte alla realtà, a farci influenzare dagli stimoli che ci manda anche attraverso le cose più banali. Dovremmo in qualche modo guardare alla realtà con lo stesso stupore di un bambino che, fortunatamente, non è “corrotto” e influenzato come noi adulti dai filtri razionali. Lo stesso Einstein sollecitava i suoi studenti ad abbandonarsi all’intuizione e a lasciare da parte la razionalità…”la mente intuitiva è un dono sacro, la mente razionale è un fedele servo”. Oggi mi sembra che “onoriamo più il servo e dimentichiamo il dono” e, forse, abbiamo dimenticato come risvegliare il dono.

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