La resilienza

Ormai sono settimane che questo termine ricorre costantemente in alcuni articoli che riguardano i comportamenti aziendali e su alcuni siti di importanti scuole di formazione. In un mondo dove tutto cambia velocemente, dove gli eventi accadono in modo imprevisto, le situazioni critiche non sono più l’eccezione ma diventano di ordinaria amministrazione. Ecco che allora entra in gioco l’atteggiamento mentale, il modo con cui si affrontano gli eventi o, come si trova scritto su wikipedia ” la capacità dell’uomo di affrontare le avversità della vita, di superarle e di uscirne rinforzato e addirittura trasformato positivamente”. Non è certamente un passaggio semplice. Ci vuole impegno e allenamento, bisogna cambiare il proprio focus di attenzione e come afferma Seligman, il fondatore della Psicologia Positiva, allenarsi a praticare emozioni positive, impegno, relazioni, significato e realizzazione. Quello che mi colpisce di più è il termine “significato”, cioè il modo con cui decidiamo di interpretare ciò che ci accade. Alcuni credono che esistano delle forze esterne che ci limitano e ci impediscono di raggiungere gli obiettivi mentre sarebbe più utile pensare che siamo noi fautori dei nostri successi o dei nostri insuccessi. Nel leggere i fondamenti della psicologia positiva mi ha colpito la frase di uno dei suoi co-fondatori: “Contrariamente a quanto molti di noi credono la felicità non accade semplicemente. E’ qualcosa che noi facciamo accadere!” E per felicità non si deve intendere contentezza, ma “la gioia che proviamo quando diamo il massimo per raggiungere il nostro potenziale”.